MEMPHIS a genesi di Memphis affondò le sue radici nell’approccio sperimentale al disegno industriale che Ettore Sottsass e Michele De Lucchi avevano portato avanti, alla fine degli anni 1970, durante la loro esperienza all’interno dello Studio Alchimia e la contemporanea vicinanza ai concetti del design radicale. Il collettivo vero e proprio nacque da un incontro informale organizzato da Sottsass nella sua casa milanese l’11 dicembre 1980, per discutere generalmente di nuove forme espressive legate al design; assieme a De Lucchi, parteciparono all’invito i colleghi Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini e Martine Bedin. Insieme, decisero di creare un gruppo di lavoro come reazione allo stile che aveva caratterizzato il design degli anni 1970, molto minimalista, ritenuto senza personalità e contraddistinto da un aspetto patinato nonché da colori poco brillanti, nero in primis.
Il nome del gruppo venne ispirato da una canzone di Bob Dylan, Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again, più volte ascoltata nella serata, e che durante la riproduzione si era inceppata proprio sulla frase «with the Memphis Blues Again»; questo venne scelto per le sue diverse implicazioni, dato che era sì il nome della città natale di Elvis Presley (Memphis) ma anche della capitale dell’Antico Egitto (Menfi), evocando così delle ironiche suggestioni tra alta e bassa cultura.
Al successivo incontro, avvenuto nel febbraio 1981, i membri del gruppo si presentarono con un centinaio di proposte inerenti mobili e altri oggetti, tutti con linee audaci e molto colorati. L’ispirazione venne da movimenti come l’art déco e la pop art, il kitsch degli anni 1950 e da temi futuristi, oltreché dalla società di massa e dalla vita quotidiana: i loro concetti erano in netto contrasto con il cosiddetto good design.
Del gruppo facevano parte, tra gli altri, architetti e designer quali Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Nathalie du Pasquier, Michael Graves, Hans Hollein, Arata Isozaki, Shirō Kuramata, Javier Mariscal e George Sowden, oltre alla giornalista Barbara Radice.
Memphis, che intanto aveva eletto Ernesto Gismondi suo presidente, entrò quindi in contatto con aziende produttrici di mobili e ceramiche e, il 18 settembre 1981, tenne la sua prima mostra alla galleria Arc ’74 di Milano, in cui vennero esposti orologi, mobili, lampade e oggetti in ceramica; tra i più noti, le librerie Carlton e Casablanca nonché l’armadio Beverly dello stesso Sottsass, le sedie Oberoi di Sowden e la lampada Super lamp di Bedin.
Nello stesso anno il gruppo pubblicò anche un libro, Memphis, The New International Style, che ne illustrava l’attività e la filosofia, e contestualmente iniziò a esporre in mostre organizzate in tutto il mondo da Radice, nel frattempo divenuta direttore artistico del gruppo.